I
mutamenti avvenuti e la nuova situazione politica, caratterizzata
dall’offensiva reazionaria del capitale monopolistico e del suo governo di
destra, pongono indubbiamente compiti inediti, questioni cruciali, che non
possono essere risolti sulla base dei vecchi partiti riformisti e
socialdemocratici. Questi partiti che da anni agivano
esclusivamente come apparati elettoralistici, non
potranno in alcun caso essere rivitalizzanti per affrontare un periodo che sarà
caratterizzato da conflitti di classe aperti ed aspri.
Il tracollo della Sinistra Arcobaleno
è stato la conseguenza inevitabile della politica di conciliazione e
collaborazione fra gli interessi del proletariato e gli interessi della
borghesia. Gli operai, i lavoratori, i giovani, hanno voltato le spalle a chi
li ha ingannati e delusi per sostenere i comitati
d’affari della classe dominante come, da ultimo, il governo Prodi.
I partiti che componevano questo cartello elettorale si
dibattono ora in una crisi profonda, spinti verso la formazione di un ibrido
politico fiancheggiatore del PD (è il caso di Rifondazione) o verso una
riedizione caricaturale del vecchio partito togliattiano-berlingueriano
(è il caso del PdCI), cercando anche di riacquistare
una credibilità attraverso il recupero dei simboli del movimento comunista.
Il
compito della ricostruzione di un autentico partito comunista assume dunque
un’importanza ancora più seria e decisiva rispetto al passato. Assai sentita è
fra gli operai avanzati e combattivi l’importanza della ricostruzione dello
strumento indispensabile per dirigere i lavoratori nella lotta contro il potere
della borghesia, per ridare al proletariato, alle masse oppresse ed impoverite,
la prospettiva dell’unica via d’uscita dagli orrori dell’imperialismo: la
conquista del potere politico e l’edificazione di una nuova società socialista.
Quest’esigenza si scontra oggi con i tentativi di riproporre
vecchi aggregati rimessi a nuovo alla meno peggio. È
il caso di quegli appelli all’unità dei comunisti che eludono intenzionalmente
il nodo delle sciagurate direzioni politiche di Rifondazione e del PdCI, mettendo sullo stesso piano lavoratori comunisti,
dirigenti socialdemocratici ed intellettuali, a prescindere dalle loro
posizioni, dal contenuto del loro lavoro, dal loro atteggiamento verso il
revisionismo ed il riformismo. Non è
difficile comprendere lo scopo di tali appelli: mantenere intatta la catena con
gli opportunisti, in nome del fumoso progetto di una “casa comune dei comunisti”.
Il rischio è che prevalga ancora la linea
fallimentare di chi vuol vita ad una “Rifondazione bis”, ripulita dalle
tendenze più apertamente liquidatrici ed egemonizzata da socialdemocratici e
revisionisti, impedendo così che si affermi l’orientamento dei tanti compagni
che non vogliono più
restare sotto la direzione opportunista e intendono confrontarsi seriamente per contribuire alla ricostruzione di un forte
partito comunista ed alla lotta per la società socialista.
Anche noi nutriamo un desiderio sincero e profondo
dell’unità dei comunisti, questione vitale per dare impulso e guidare le lotte
contro un sistema moribondo e criminale. Ma come creare e consolidare questa unità?
Prima
di unirsi e per unirsi è necessario anzitutto delimitarsi risolutamente e con
precisione, ci ricorda Lenin. Quale unità
può esservi infatti con i socialdemocratici, con i liberal-riformisti, con i disorganizzatori
del movimento operaio, con i negatori del socialismo? Nessuna! Senza capire in che cosa e in che in misura possiamo
e dobbiamo essere uniti, senza rompere
politicamente ed organizzativamente con l’ala
sinistra della borghesia, non si può parlare di unità e di una politica
comunista coerente e indipendente, e nemmeno di un lavoro proficuo tra la
classe operaia e le masse oppresse.
Deve
invece esserci unità fra tutti i marxisti coerenti, fra tutti i sostenitori di
un blocco comunista completamente indipendente dalla borghesia e dalle tendenze
liquidatrici, che si sviluppi al di fuori e contro i loro progetti e le loro
manovre. La classe operaia ha bisogno dell’unità dei sinceri comunisti, non
dell’unità senza principi tra i comunisti ed i nemici del marxismo.
Perciò
lanciamo una Proposta di lavoro comune per l’unità dei comunisti appellandoci a
tutti i marxisti-leninisti, ai sinceri comunisti, agli elementi migliori della
classe operaia, al fine di superare le indecisioni e le deviazioni che al
momento caratterizzano il movimento comunista e porre con forza la questione
della necessità ed urgenza della ricostruzione del partito comunista.
Vogliamo
un partito che sia il reparto di avanguardia,
organizzato e cosciente, del proletariato; un partito fondato sull'unione del
movimento operaio con il movimento comunista, organizzato in cellule nei luoghi
di lavoro, negli organismi di massa e nel territorio, che abbia come principio
guida organizzativo il centralismo democratico; un partito unito e solido, che
lotti sotto la bandiera di un programma comunista; un partito combattivo e
audace, che respinga le sirene ideologiche borghesi e riformiste – nelle
diverse varianti in cui si manifestano – e sappia assumersi la responsabilità
del suo ruolo storico.
Per raggiungere questo obiettivo di portata storica
dobbiamo unificare le
forze comuniste – attraverso il necessario processo di chiarificazione –
spezzando ogni nesso fra la politica della borghesia e quella del proletariato,
staccandosi decisamente dagli opportunisti. Occorre cioè tracciare una linea
precisa di demarcazione tra il socialismo scientifico proletario e tutte le altre
correnti, riaffermando discriminanti fondamentali, poiché la confusione e la
frammentazione non giovano ai proletari, ma li gettano tra le braccia delle
forze reazionarie (come ha dimostrato recentemente il voto alla Lega).
L’unità dei comunisti non può
essere fondata su basi traballanti o su vaghe analogie, ma sui principi teorici del
marxismo-leninismo, applicati e messi in pratica nella realtà concreta;
un’unità che si cementi sui diversi terreni della lotta di classe, nella lotta
organizzata in comune, nella preparazione unitaria delle masse alla lotta
rivoluzionaria, elevando la loro coscienza.
Convinti come siamo che non ci possono e non ci devono
essere tante organizzazioni comuniste in Italia, ma un solo partito comunista,
ci rivolgiamo quindi a tutti i gruppi comunisti organizzati ed ai tutti singoli
compagni che si riconoscano nel marxismo e nel
leninismo, per avviare insieme un processo volto a superare ogni forma di divisione artificiosa e
sterile, nel comune obiettivo di giungere a ricostruire in Italia il Partito
rivoluzionario e indipendente della classe operaia.
Perciò proponiamo, la costruzione di una Conferenza
nazionale dei comunisti, con carattere periodico ed organizzato, preceduta da
una serie di incontri bilaterali e/o multilaterali fra comunisti nei quali
concordare alcuni
punti fondamentali di principio ed assumere impegni precisi.
Sarà compito della Conferenza:
- definire con chiarezza le basi teorico-politiche del
partito da ricostruire;
- conoscere e verificare le esperienze
di lavoro compiute dalle varie realtà e dai singoli compagni nel campo della
propaganda, della formazione teorica dei quadri, del lavoro sindacale e di
massa;
- avviare un piano di lavoro
comune e di intervento fra le masse proletarie e popolari nei diversi terreni
della lotta di classe, dotandosi degli adeguati strumenti di organizzazione e
di propaganda.
In questo modo i militanti dei
vari gruppi ed i singoli comunisti inizieranno a conoscersi ed a apprezzarsi a
vicenda, a stringere legami e a cooperare fra loro all’interno del lavoro
comune, creando così le condizioni migliori per lo sviluppo della futura unità
organica.
Non proponiamo, dunque, nessuna
scorciatoia organizzativa ma un percorso di lavoro serio, meditato, articolato
nel tempo e privo di ogni settarismo di gruppo. Per la realizzazione di quanto
proposto, “Piattaforma Comunista”, che è sorta per dare impulso all’unificazione
di tutti i sinceri comunisti su giuste basi, mette a disposizione di questo
lavoro comune la rivista Teoria & Prassi e il foglio politico Scintilla,
per dibattere apertamente il programma politico, la tattica, le questioni
organizzative, i problemi attuali del movimento comunista, etc. così come è
pronta dibatterli
sulle colonne di altre pubblicazioni che la invitino a farlo, in modo che i
risultati di questo lavoro avviato dai comunisti possano essere conosciuti
quanto più è possibile negli ambienti operai e popolari.
Maggio 2008
Piattaforma
Comunista