IL
MOVIMENTO COMUNISTA IN RUSSIA, IL CONTRIBUTO DI STALIN IN CAMPO TEORICO E
"COSA E' IL SOCIALISMO?"
Discorso tenuto da R. Martinez ad un forum organizzato nel
1998 a New York.
Verso
la fine degli anni ottanta, quando la perestroika aveva raggiunto uno stadio
molto avanzato, il Partito Comunista dell’ Unione Sovietica divenne un centro
scoperto di anticomunismo. In quel periodo per coloro che stavano in Unione
Sovietica era molto difficile parlare
con i quadri di medio ed alto livello del PCUS. Negli ultimi anni ottanta
cominciò ad organizzarsi il gruppo dirigente di quello che in seguito divenne
il movimento nel 1992-3, formando diversi gruppi come l’ Iniziativa
Comunista ed altri che più tardi fondarono partiti comunisti che sono ben
conosciuti all’ estero. Nel 1989 e nel 1990 questo movimento venne alla luce
nelle strade in piccoli gruppi a Mosca, Leningrado e altre città, smascherando
Gorbaciov quale dichiarato anticomunista ed antisovietico che avrebbe portato
al collasso dell’ Unione Sovietica. E
fu proprio quello che successe.
A
quel tempo la fisionomia ideologica del movimento era assai diversa; era un piccolo movimento che sollevava questioni
di base come l’ unità dell’ Unione Sovietica. Qualche persona nel movimento era
già arrivata alla posizione secondo cui la dittatura del proletariato era stata
smantellata da Krusciov; in quegli anni alcuni già parlavano di Stalin. Erano
militanti, ma era un modo elementare di affrontare la situazione. La fisionomia ideologica, sia in teoria che
in pratica, è cambiata parecchio da allora.
Nell’
agosto del 1991 gli eventi si succedettero a Mosca. Il PCUS fu messo al bando e l’ Unione Sovietica venne formalmente
smantellata verso la fine dell’ anno. Questi nuovi partiti cominciarono a
presentarsi sulla scena politica ed a reclutare molti onesti comunisti che
erano ancora fedeli al PCUS ma
anche appartenenti alla classe operaia
che erano stati critici verso il PCUS nei decenni passati e non avevano aderito
ad esso.
Essi
si riorganizzarono e cercarono di formare un movimento comunista. Fu nel 1991
che il Partito Comunista (Bolscevico) Pansovietico (AUCP(B)) di Nina
Andreeva fu formato, e più tardi fu costituito anche il Partito dei Comunisti
Russi (RCWP) che includeva Victor Tiulkin e Victor Anpilov. Nel 1992 fu
costruita Russia Lavoratrice, il movimento di massa del RCWP. Nel 1992
questo movimento si allargò raccogliendo la protesta popolare contro il regime
di Eltsin che stava tagliando le garanzie sociali, i salari, tutte cose che
fecero crescere il movimento. Nel febbraio 1992, Russia Lavoratrice divenne
una organizzazione molto grande. Tenne un’ imponente manifestazione a Mosca con più di centomila persone, mentre
nel ’91 non riusciva a radunarne più di alcune centinaia. Così questo fu un
grande balzo in avanti nella formazione del movimento di massa.
Nel
1993 avvennero gli eventi sanguinosi, cominciati con la provocazione di Luzhkov
a Mosca durante la dimostrazione del Primo Maggio, quando bloccò le strade e
costrinse i manifestanti a scontrarsi con la polizia. Un poliziotto rimase
ucciso e Victor Anpilov fu sequestrato poco dopo. Ciò mostrò chiaramente
che il regime di Eltsin era
intenzionato a schiacciare il
movimento. Il 9 maggio ci fu una grande manifestazione dell’ opposizione
comunista, nella quale una gran folla scese in strada e ciò obbligò i regime di
Eltsin a rilasciare Victor Anpilov. Ritornò in pessima forma ma vivo.
Poi
giunsero i fatti di ottobre. Il regime non si aspettava una risposta popolare
così ampia. In qualche momento perse il
controllo della città, i dimostranti lo assunsero e la polizia si ritirò. Per
24 ore la situazione non fu chiara ed Eltsin dovette usare le forze delle unità
militari delle quali aveva ancora il comando. Esse affrontarono manifestanti disarmati. Circa mille persone
furono uccise o fatte sparire, sia moscoviti sia persone che venivano dalle regioni per appoggiare il movimento di
massa che esisteva a quel tempo.
Il
periodo successivo al 1993 fu un periodo molto difficile, buio per l’
opposizione. Tutti i dirigenti della opposizione militante formatasi durante il
1992-3 rimasero in galera per circa sei
mesi. Gli fu fatto il lavaggio del cervello, se possiamo usare questo termine.
Vennero tutti fuori con un’ amnistia della Duma che era stata eletta grazie
alla partecipazione del Partito Comunista della Federazione Russa (PCFR)
diretto da Zuganov, il quale, nonostante
le uccisioni e la repressione fascista, partecipò alle elezioni al fine
di appoggiare il regime e la
transizione pacifica alle forme aperte di capitalismo che abbiamo adesso in
Russia.
Per
prima cosa, lasciatemi trattare gli elementi positivi di questo movimento dei primi anni ’90. Tutti noi sappiamo che
gli anni ottanta videro il disfacimento del regime che era stato creato da
Krusciov e Breznev. Nell’ Unione Sovietica era proibito parlare della dittatura
del proletariato, del potere operaio e del controllo operaio. Era proibito
parlare di Stalin, di quello che noi sappiamo essere il marxismo-leninismo.
Così la cosa positiva che il movimento ha portato, nonostante la terribile
esperienza storica attraverso la quale è passato il popolo sovietico,
specialmente dopo la perestroika, fu che molte forze operaie e popolari sono
venute in superficie. La gente tirava fuori
i ritratti di Stalin, discuteva le basi
elementari del marxismo-leninismo, la dittatura del proletariato. Queste
essenziali tesi rivoluzionarie
sorgevano spontaneamente dalle molte
schiere dei comunisti, la maggior parte
dei quali non erano membri del PCUS.
Costoro hanno rinverdito la autentica linea delle tradizioni
rivoluzionarie di Lenin e Stalin, dei periodi della storia in cui l’ Unione
Sovietica costruiva il socialismo ed il comunismo, in cui la rivoluzione andava
avanti. Quei tempi sono rimasti nella memoria storica di tanta gente e sono
stati ricordati in quel periodo. Il
ristabilimento della figura di Stalin
che ebbe luogo nei primi anni novanta fu qualcosa di grande. La maggioranza del
movimento comunista è d’ accordo sul ruolo positivo giocato da Stalin.
D’
altra parte, questo movimento, e Russia Lavoratrice, guidata da Anpilov,
quale tendenza più militante di questo
movimento, non sono mai andati oltre il livello di un movimento di massa,
popolare. Fondamentalmente essi credevano che il socialismo con tutti i suoi
problemi era esistito fino al 1991, e dato che era crollato solo da un po’ di
tempo tutto quello che dovevano fare era di organizzare le masse sovietiche su
larga scala. Non parlavano di classi sociali, parlavano del popolo sovietico in
generale, che unirebbe la classe operaia, i contadini e gli intellettuali.
Volevano sollevare queste masse in una
lotta popolare che avrebbe spazzato via i burocrati al potere, gli eltsiniani,
ecc. Sostenevano la nota tesi dell’ organizzazione di uno sciopero
generale di tutta la Russia che sarebbe stato il culmine della lotta per
togliere di mezzo i controrivoluzionari e la roccaforte della repressione
capitalista.
E’
inutile dire che tutto ciò era sbagliato e che i fatti del 1993 mostrarono
quale fu il risultato di tali tesi. Quello del 1993 fu un colpo molto forte al
movimento comunista, e dal momento che esso non era radicato nella classe
operaia ma in un movimento popolare che
non era coerente, fu sconfitto sostanzialmente in modo molto facile.
Così
la parte negativa di questo movimento fu che negava il lavoro nelle fabbriche,
con la classe operaia, il classico lavoro bolscevico basato sulle tradizioni di
Lenin e Stalin. Esso si concentrava sul
lavoro nelle strade, per costruire un movimento di massa che credeva avrebbe ripristinato l’ Unione
Sovietica ed alla fine il socialismo.
Oggi
stiamo vedendo il restringimento giorno dopo giorno di questo movimento dal
momento che non è radicato nella classe operaia. Questo è un bel paradosso,
poichè la Russia sta ora attraversando una situazione pre-rivoluzionaria,
specialmente nelle regioni, eccetto Mosca e Leningrado. Non passa un solo
giorno senza uno sciopero, senza uno sciopero della fame, non c’è una sola fabbrica
senza un comitato di sciopero, non c’è fabbrica in cui la classe operaia non si organizzi. Così
perfino in queste condizioni, in cui l’isteria anticomunista che aveva colpito
ampi strati della classe operaia nel
1990 e ’91 è sostanzialmente scemata, in cui
è molto più facile andare alle fabbriche ed organizzare la classe
operaia nella lotta rivoluzionaria, in cui la classe operaia è ora più
ricettiva che mai al marxismo-leninismo
ed alla falce e martello, questo movimento si sta restringendo.
I
comunisti marxisti-leninisti stanno cercando di organizzarsi sulla base del
marxismo-leninismo, sulla base del lavoro nelle fabbriche con la classe
operaia, della organizzazione della lotta rivoluzionaria della classe operaia
per il rovesciamento del capitalismo e la costruzione del socialismo. Finora
questi fondamentali lineamenti del
marxismo-leninismo non sono stati proposti in alcuno dei programmi esistenti e
la questione del rovesciamento violento della borghesia è stata essenzialmente
ignorata da questo movimento. Questa è la base per la riorganizzazione delle
forze marxiste in Russia oggi.
Ci
sono due questioni basilari e
fondamentali che vorrei discutere oggi, una questione teorica ed una
questione che ha un immediato significato
pratico. La prima questione che è attualmente in discussione fra i
marxisti-leninisti in Russia è il contributo di Stalin in campo teorico: cosa è
il marxismo-leninismo oggi? La seconda questione, che discende dalla prima, è:
“Cosa è il socialismo?”, “Per cosa stiamo lottando? Siamo capaci di edificare
il socialismo?”, “Cosa dobbiamo dire alla classe operaia delle fabbriche sul
socialismo? La classe operaia è capace di lottare contro il capitalismo e di
costruire un nuovo stato?”, “Cosa è successo nel 1991, ci fu il collasso del
socialismo o di qualche altra cosa?”. Noi dobbiamo chiarire questo alla classe
operaia; senza questo la formazione di un partito e la realizzazione di una
rivoluzione è sostanzialmente
impossibile.
Riguardo
alla prima questione, vi fornirò alcune citazioni per mostrare i fondamenti dei
contributi di Stalin al
marxismo-leninismo come tappa più alta nello sviluppo della teoria e del
leninismo. Pensiamo che ciò sia una questione fondamentale per i comunisti
oggi.
Nel
70° anniversario della nascita di Stalin, nel dicembre 1949, l’ Accademia delle
Scienze offrì uno sguardo retrospettivo ai contributi di Stalin in campo
teorico e pratico, e realizzò una definizione dello stadio del marxismo-leninismo
a quell’ epoca. Questo avvenne peraltro prima della pubblicazione dei Problemi
economici del socialismo, che fu un grande contributo al
marxismo-leninismo. Il testo è stato pubblicato nella rivista indiana Revolutionary
Democracy (Aprile, 1998, p.95). “L’ epoca di Stalin è l’ epoca della
vittoria del socialismo in un sesto del pianeta e della transizione graduale
dal socialismo al comunismo nell’ URSS…..Il compagno Stalin ha sviluppato
creativamente il leninismo per questa nuova epoca, ha mostrato le leggi di
questa epoca, ha fornito una risposta alle questioni più complesse poste dalla
pratica rivoluzionaria. Il compagno Stalin ha arricchito la teoria
marxista-leninista con nuove enunciazioni e nuove direttive che corrispondono
alla nuova esperienza nella lotta di classe
della classe operaia nell’ URSS e nel mondo intero. Il contributo dato
da J.V. Stalin al marxismo-leninismo rappresenta un nuovo, più alto stadio di
sviluppo del leninismo. J.V. Stalin è il teorico del socialismo vittorioso, il
fondatore della teoria scientifica della società socialista”.
C’è
una tendenza fra i marxisti-leninisti a trattare Stalin solo come un grande
capo, un grande generale, come una persona eminentemente pratica. Ma molti
hanno scarseggiato nello studio delle opere di
Stalin e del livello del marxismo prima e dopo Stalin.
Prima
di tutto noi abbiamo la definizione del leninismo, di cosa è il
marxismo-leninismo: ”Il leninismo è il marxismo dell’ epoca dell’ imperialismo
e della rivoluzione proletaria. Più esattamente: il leninismo è la teoria e la
tattica della rivoluzione proletaria in generale, la teoria e la tattica della
dittatura del proletariato in particolare”. (Stalin, Dei principi del
leninismo). Qui Stalin ha definito il leninismo non solo come un fenomeno
della rivoluzione russa, ma come un fenomeno che ha un carattere universale ed
internazionale, come uno stadio
superiore nello sviluppo del marxismo. Questa fondamentale definizione del
leninismo non esisteva nei primi anni venti, fu assolutamente inedita.
Bukharin, Kamenev e Zinoviev trattavano il leninismo come il marxismo per la
Russia, che non era applicabile agli altri paesi, in quanto non aveva un
carattere universale. Così l’ esatto termine marxismo-leninismo fu formulato per la prima volta da Stalin, definito da
lui in quanto provvisto di un carattere
universale. Per questo noi dobbiamo dire ai revisionisti che anche quando parlano di
marxismo-leninismo stanno usando un termine di Stalin.
Stalin
ha indicato le funzioni della dittatura del proletariato, ha concretizzato e
sviluppato cosa è la dittatura del proletariato, ed ha scientificamente
dimostrato il mantenimento della dittatura del proletariato nelle condizioni di
assenza di classi antagoniste e di sfruttamento dell’ uomo sull’ uomo. Molti
revisionisti dicono che, con la liquidazione delle classi antagoniste, la
dittatura del proletariato non sarebbe più necessaria. Questo fu affermato nel
nuovo programma del PCUS adottato al 21° o 22° congresso del partito.
In
realtà era necessario sviluppare la
teoria e le funzioni basilari della dittatura del proletariato e questo fu
compiuto da Stalin. Egli indicò che nelle condizioni del socialismo e della
costruzione del comunismo, con la liquidazione delle classi antagoniste, una
delle funzioni della dittatura del proletariato, la repressione delle classi
antagoniste, scompare ma altre funzioni rimangono in vigore fino alla
costruzione del comunismo.
Stalin
ha anche mostrato l’ interrelazione e l’ evoluzione della democrazia popolare
nella dittatura del proletariato. L’ intero apparato per la costruzione della
democrazia popolare, l’ evoluzione fino alla
dittatura del proletariato nell’ Europa dell’ est fu fondamentalmente un
contributo di Stalin; questo fu descritto dal Cominform. Allora fu uno dei
fondamentali lineamenti e sviluppi della teoria della dittatura del
proletariato.
Sulla
questione nazionale, noi sappiamo che Stalin
fornì la definizione di nazione. Egli affermò: “Una nazione è una
comunità di uomini - stabile e formatasi storicamente - sorta sulla base della
comunità di lingua, di territorio, di vita economica e di struttura psichica,
che si manifesta nella comunità della
cultura.” (Stalin, Il marxismo e la questione nazionale). Questa è la
classica definizione di una nazione fatta nel 1912 e Lenin riconobbe che si
trattava di un grande sviluppo del marxismo che non esisteva prima. La sua
elaborazione ed il suo sviluppo della
questione nazionale non si fermano qui, poiché Stalin è l’ autore della dottrina sulle nazioni socialiste e
borghesi.
Stalin
affermò: “In realtà il periodo della dittatura del proletariato e della
costruzione del socialismo nell' URSS è un periodo in cui fioriscono le culture nazionali che sono socialiste nel contenuto e
nazionali nella forma; per questo, nel sistema sovietico, le nazioni stesse non
sono le ordinarie nazioni “moderne”, ma nazioni socialiste, proprio come nel contenuto le loro culture nazionali
non sono le ordinarie culture borghesi, ma culture socialiste.” (Stalin, Rapporto
al XVI Congresso del P.C.(B) dell' URSS). In tal modo Stalin ha
fondamentalmente sviluppato il nuovo concetto di nazione socialista, che prima
non esisteva nella teoria marxista.
L’
Accademia delle Scienze segnalò: “Nel suo articolo La questione nazionale ed
il leninismo (1929) e nel Rapporto politico al XVI Congresso del
Partito(1930), J.V. Stalin ha proposto nuove e più importanti posizioni
sulle nazioni borghesi e le nazioni socialiste. In precedenza il socialismo era
concepito in modo assai generico, come il sistema che conduce alla abolizione
delle nazioni. J.V. Stalin ha mostrato che il socialismo non porta alla
abolizione delle nazioni, ma soltanto all’ abolizione delle nazioni borghesi.
Egli ha mostrato che innalzandosi sulle rovine delle vecchie nazioni borghesi
appaiono nuove nazioni socialiste che sono di gran lunga più
solide e stabili di qualsiasi nazione borghese, dal momento che sono libere
dalle contraddizioni fra classi antagoniste. Le affermazioni di J.V. Stalin
secondo cui nella storia esistono due
tipi di nazioni – borghesi e socialiste, e che
le nazioni borghesi sono legate alla sorte del capitalismo, che esse
spariscono con il collasso del capitalismo mentre l’ apparizione del socialismo
conduce alla creazione, sulla base delle vecchie nazioni, di nuove nazioni
socialiste – queste affermazioni sono un nuovo, grande contributo allo sviluppo
degli insegnamenti marxisti-leninisti sulla questione nazionale, allo sviluppo
della dottrina del socialismo”.
La
questione nazionale è una questione cruciale per la rivoluzione, sia prima che
dopo la rivoluzione. Così questo fu un
problema fondamentale che dovette essere risolto, perché non era stato risolto
fino ad allora, e fu risolto nella pratica e dal lavoro teorico che Stalin ha
portato avanti nell’ Unione Sovietica.
L’
economia politica è una scienza che in
senso moderno ha poco significato senza Stalin. I suoi contributi all’ economia
politica sono particolarmente ampi, al punto che l’economia politica moderna
non può esistere senza Stalin. In primo luogo, egli ha fornito una definizione
classica dell’ oggetto dell’ economia politica che è applicabile a tutti i modi
di produzione. L’ oggetto della economia politica fu definito in modo assai
astratto da Engels nell’ Anti-Duhring e da Lenin quando parla di
Bogdanov. C’erano due definizioni fondamentali dell’ oggetto dell’ economia
politica che non erano applicabili a tutti i modi di produzione, e Stalin fu il
primo classico del marxismo-leninismo che ha formulato una definizione più
completa. Egli disse: "Oggetto dell’ economia politica sono i rapporti
economici, i rapporti di produzione tra gli uomini. Questo comprende: a) le
forme di proprietà sui mezzi di
produzione; b) la conseguente situazione dei vari gruppi sociali nella
produzione e i rapporti reciproci tra di essi, oppure come dice Marx, ‘il
reciproco scambio della loro attività’; c) le forme della distribuzione dei
prodotti, che ne dipendono interamente.” (Stalin, Problemi Economici
del Socialismo in URSS). Questa definizione dell’ oggetto dell’ economia
politica non esisteva prima e rappresenta una questione fondamentale per l’
economia politica.
Stalin
ha formulato la principale legge economica
del moderno capitalismo. Lenin nell’ Imperialismo, fase suprema del
capitalismo ha parlato degli alti profitti dei monopoli e dei
super-profitti, ma non ha mai dato una
formulazione della legge del moderno capitalismo monopolistico. I capitalisti,
a causa dello sviluppo delle forze di produzione, devono spendere più capitale nei mezzi di
produzione e proporzionalmente meno capitale in salari – questa è la
crescita della composizione organica
del capitale. Perciò il saggio di profitto ha una tendenza alla caduta. I
revisionisti concludono da ciò che il capitalismo dovrebbe essenzialmente
sparire perché non è redditizio. Questa è la posizione riformista riguardo il crollo del
capitalismo – che dovrebbe collassate da solo dal momento che il saggio di
profitto cade. In relazione a ciò nei Problemi Economici Stalin afferma:
“Si dice che la legge economica fondamentale del capitalismo contemporaneo
è la legge del tasso medio di profitto. Questo non è vero. Il capitalismo
contemporaneo, il capitalismo monopolistico,
non può accontentarsi del profitto medio, che inoltre ha la tendenza a
diminuire in seguito all'aumento della composizione organica del capitale. Il
capitalismo monopolistico contemporaneo
non cerca il profitto medio ma il massimo profitto, indispensabile per
attuare una riproduzione allargata più o meno regolare” (Stalin, Problemi
Economici del Socialismo). Così, per una adeguata comprensione dello sviluppo del capitalismo, noi abbiamo
bisogno di una fondamentale definizione della legge principale del capitalismo
attuale, e questa fu formulata da Stalin e non prima.
Stalin
ha formulato la legge generale della necessaria corrispondenza dei rapporti di
produzione con le forze produttive. Questa è una legge che è comune a
tutti i modi di produzione. Egli disse: “ … i rapporti di produzione non
possono troppo a lungo rimanere addietro allo sviluppo delle forze
produttive….i rapporti di produzione
devono presto o tardi finire col corrispondere … al livello di sviluppo
delle forze produttive, al carattere delle forze produttive” (Stalin, Del
materialismo dialettico e del materialismo storico). Questo significa
che i rapporti di produzione possono ritardare, ma non per sempre; ad un
dato punto una rivoluzione sociale, un cambiamento deve apparire. Questa è una
generalizzazione della storia dell’ umanità, e tale affermazione può essere
assai ben utlizzata per mostrare che
ciò che esisteva nell’ Unione Sovietica nel periodo di Krusciov e Breznev
doveva crollare un giorno o l’ altro. Non c’era modo di conservare sotto un modo di produzione una
contraddizione come quella di una economia che è retta dalla legge del valore e
dall’ estrazione di plusvalore, mentre allo stesso tempo si ha l’ assenza di
disoccupazione, le garanzie sociali, ecc.: questo modo di produzione doveva
necessariamente crollare. Questo è uno dei fondamentali terreni teorici per l’ analisi
della restaurazione del capitalismo che fu apportato da Stalin.
Uno
dei più grandi contributi di Stalin sta nel fatto che egli creò l’ economia
politica del socialismo. Essa non esisteva negli anni ’20, non era stata data
da Marx o Lenin. C’erano alcune affermazioni di carattere generale e proposizioni astratte su che cosa era basata l’ economia politica del socialismo,
dato che l’ economia politica è basata sulla teoria marxista e doveva essere sviluppata su tale base. Stalin
enunciò la principale legge economica del socialismo, il punto più alto che l’
economia politica del socialismo raggiunge, come segue: “I tratti essenziali e
le esigenze della legge economica
fondamentale del socialismo potrebbero formularsi all' incirca in questo modo:
assicurazione del massimo soddisfacimento delle sempre crescenti delle esigenze materiali e
culturali di tutta la società, mediante l' aumento ininterrotto e il perfezionamento della produzione
socialista sulla base di una tecnica superiore.” (Stalin, Problemi
economici del socialismo). Questa è una definizione scientifica della
principale legge del socialismo che ha precisato il ruolo regolatore del lavoro
nella società socialista, che non esisteva prima. Se noi vogliamo costruire il
socialismo dobbiamo passare attraverso questa legge, per questo è un classico.
Stalin ha indicato le contraddizioni non antagonistiche come la fonte dello
sviluppo dell’ economia socialista. Negli anni venti la più comune definizione
dell’ economia politica era stata data da Bukharin, secondo la quale l’
economia politica studia solo i modi di produzione pre-socialisti, studia le
economie fondamentalmente basate sul mercato. Così quando le economie di
mercato sono essenzialmente superate e cessano di esistere, l’ economia politica
non esiste più e non c’è una cosa simile, come l’ economia politica del
socialismo e del comunismo. Stalin si basò sulle tesi di Lenin secondo cui esiste una economia
politica del socialismo e del
comunismo.
Stalin ha mostrato il
ruolo delle relazioni merce-moneta e della legge del valore nel socialismo ed
ha ulteriormente sviluppato gli
insegnamenti leninisti sulle categorie economiche ereditate dal capitalismo.
Egli affermò: “delle vecchie categorie
economiche del capitalismo si è conservata da noi principalmente la forma, l’ immagine esterna, mentre esse
sono state radicalmente modificate
nella sostanza in connessione con le esigenze di sviluppo dell' economia
nazionale socialista." (Stalin, Problemi economici del
socialismo). Questa è una affermazione esemplare.
Stalin ha anche
formulato le condizioni essenziali per la transizione al comunismo. Ha
sviluppato le asserzioni di Lenin sulla possibilità della costruzione del
socialismo in un solo paese ed ha dimostrato scientificamente la possibilità
che il comunismo può essere costruito in un paese perfino nelle condizioni di
accerchiamento capitalista, e che in queste condizioni bisogna mantenere lo
stato.
Questi sono
sostanzialmente i più grandi contributi di Stalin al marxismo, che fanno di lui un classico del
marxismo-leninismo. Il marxismo-leninismo oggi è differente da quello che era dopo la morte di Lenin. E’ una
teoria che non solo fornisce risposte ai compiti ed alle esigenze attuali, ma che dimostra scientificamente la
fattibilità e l’ inevitabilità della transizione al comunismo. Così gli
insegnamenti di Stalin sono una parte costitutiva dello sviluppo del marxismo
nell’ epoca della vittoria del socialismo
e della transizione graduale al comunismo. Stalin ha provato che il
socialismo è una forma superiore di organizzazione sociale a confronto del capitalismo. Ha anche mostrato l’ inevitabilità del collasso e della
disintegrazione della forma imperialista del capitalismo, che porta al crollo definitivo del capitalismo sul
pianeta. Gli insegnamenti di Stalin sulla teoria marxista e la tattica della dittatura del proletariato nell’ epoca
della vittoria del socialismo e della transizione graduale al comunismo sono
uno stadio superiore rispetto al tempo di Lenin e rappresentano un classico. E’
la teoria e la tattica della rivoluzione proletaria nell’ epoca della crisi
generale e della disintegrazione dell’ imperialismo. Questa è l’ epoca che
Stalin abbraccia.
Inoltre, il periodo
di Stalin copre l’ epoca dell’ indebolimento
e del collasso dell’ imperialismo. Stalin ha indicato nei Problemi
economici che l’ imperialismo si va restringendo, che un nuovo mercato, una
nuova economia, un nuovo campo era apparso, il campo socialista, che aveva limitato il mercato imperialista. Ha
anticipato che il crollo dell’ imperialismo, del capitalismo in generale,
sarebbe avvenuto dapprima attraverso il restringimento e la disgregazione del
mercato imperialista e poi alla fine,
perfino se alcuni paesi ancora mantenevano la forma capitalistica, esso
avrebbe perso la forma dell’ imperialismo. In tal modo previde il modo
in cui il capitalismo sarebbe sparito dalla faccia della terra e concretizzò al
riguardo gli insegnamenti dei precedenti classici, sviluppandoli tramite l’
indicazione della creazione del campo socialista delle nazioni. Tutto ciò era
sconosciuto a Lenin e Marx e quindi dovette
essere elaborato.
Cosicché
questa è la considerazione teorica su ciò che noi consideriamo
marxismo-leninismo oggi. Parlare di marxismo-leninismo senza Stalin è come
parlare di marxismo senza Lenin – non ha assolutamente alcun senso e diluisce
la teoria al punto tale che cessa di essere una teoria rivoluzionaria. Anche se
ora siamo in uno stadio storico inferiore, nel quale il socialismo non esiste
attualmente e l’ imperialismo ricopre l’ intero mondo, nondimeno in tale epoca
noi dobbiamo comprendere che il marxismo-leninismo non è solo una teoria dell’ oggi; è una teoria del futuro dal
momento che dimostra e prova scientificamente che possiamo costruire il
socialismo. Dunque senza Stalin non c’è
modo che noi possiamo redigere un programma massimo, che possiamo realmente
essere comunisti, dato che il fine ultimo dei comunisti non è il rovesciamento
del capitalismo ma la costruzione del comunismo, e questa è la fondamentale
caratteristica delle discussioni dei marxisti-leninisti oggi.
Una
seconda questione con un immediato significato pratico è: “Cosa è il
socialismo?”, “Cosa devono dire i marxisti-leninisti alla classe operaia su
cosa è il socialismo oggi?”.
Il socialismo è un modo di produzione complesso, una società complessa che ha molti aspetti, pertanto ci sono molte definizioni di socialismo. Come Stalin ha sintetizzato, il socialismo è una forma superiore di organizzazione sociale in rapporto al capitalismo. E’ superiore economicamente, politicamente, moralmente e spiritualmente. E’ superiore perché il socialismo, così come il comunismo, è basato sul carattere sociale dei mezzi di produzione. Deve essere dichiarato alla classe operaia che il socialismo è una forma superiore di organizzazione sociale che può risolvere in 5 anni immensi problemi che il capitalismo non può risolvere in 100 anni. Socialismo significa un tasso di crescita dell’ economia che il capitalismo non può offrire, al di sopra di un 10%, di modo che problemi come la casa, la sanità, l’ educazione possono essere risolti in un periodo di tempo molto breve; al più occorrerebbe una generazione per far fiorire un paese. Perciò il popolo nel socialismo è in grado di credere nel futuro, capisce che il paese sta crescendo, che la gente progredisce, che le necessità sociali vengono prima delle necessità individuali e questa è una parola d'ordine per lo sviluppo socialista. Noi dobbiamo spiegare che il capitalismo, lo sfruttamento, è una forma di relazione storicamente superata, che porta alla sofferenza, mentre il socialismo risolverà effettivamente in un breve periodo di tempo carenze e problemi perché è una forma superiore di organizzazione sociale.
Perciò
noi dobbiamo essere capaci di spiegare alla classe operaia che quando
c’era il socialismo, questa forma di
organizzazione sociale che è esistita in Unione Sovietica, quando c’era un 10 o
un 15% di tasso di crescita economica, quando l’ Unione Sovietica dava alla
classe operaia e al popolo un incremento di anno in anno del loro standard di vita e risolveva ogni
giorno i problemi sociali di fronte agli occhi delle masse, il popolo era
realmente convinto che stava costruendo
qualcosa di superiore al capitalismo.
Quando
si va nelle fabbriche per parlare alla classe operaia i lavoratori chiedono:
“Per cosa state lottando, cosa è il
socialismo?”. Per esempio, c’è una affermazione assai significativa fatta da un
operaio, un minatore: “Odio i comunisti perché hanno distrutto l’ Unione
Sovietica”. Cosa vuol dire? In primo luogo, per comunisti non intende i
marxisti-leninisti ma i membri del partito revisionista, il PCUS, che hanno
distrutto il prosperare del socialismo, la grandezza del suo paese. Così quando
andate dagli operai e dite che state difendendo il socialismo loro chiedono:
“Che tipo di socialismo state difendendo ? State difendendo il periodo di Breznev o quello di Gorbaciov?”. La
classe operaia non difenderà il tipo di socialismo brezneviano, gli operai non
lotteranno né daranno la loro vita per una economia di stagnazione, per
una società nella quale non sono dominanti ma al contrario sono stati dominati.
Quando diciamo che il socialismo è una forma superiore di organizzazione
sociale noi non possiamo sostenere di fronte agli operai che il socialismo è
esistito fino al 1991, perché ti chiederanno “Dov’ era quella forma superiore
di organizzazione sociale per cui state lottando?”. Per molti comunisti negli
U.S.A. (ed anche in Italia, n.d.r.) questo è difficile da digerire, poiché le
condizioni della classe operaia nell’ Unione Sovietica nell’ epoca di Breznev e
perfino nell’ epoca di Gorbaciov erano ancora migliori di quelle della classe
operaia negli U.S.A. Ma vi dovreste chiedere: “Esisteva la dittatura del
proletariato in Unione Sovietica in quell’ epoca, il potere apparteneva allora
alla classe operaia?”, “Lo standard di vita e la partecipazione della classe
operaia nella produzione stavano crescendo, oppure il socialismo stava
morendo?”, “E’ questo un modello di socialismo che possiamo indicare alla
classe operaia?”. Tali domande dovrebbero essere poste direttamente davanti
alla classe operaia e noi dovremmo dire che non sosteniamo quell’
organizzazione della produzione.
Quale
era la formazione sociale che è esistita in Unione Sovietica dopo la morte di
Stalin? Le riforme economiche cominciarono nel 1953, la prima tappa durò fino
al 1958 e vide una trasformazione dei mezzi di produzione in merci. Nel 1957 ci
fu la vendita delle Stazioni di Macchine e Trattori ai colcos (fattorie
collettive), la trasformazione delle SMT in merci, poi nelle industrie i mezzi
di produzione furono trasformati in merci. Naturalmente, la produzione
di merci ha leggi obiettive, la legge del valore, e in definitiva la legge del plusvalore che è inerente alla produzione concentrata
di merci. In seguito, ci fu una serie di riforme che si conclusero nel 1965-7,
nelle quali l’ intero sistema dei rapporti di produzione e l’ indice dell’
economia furono basati sulla legge del
valore e sull’ estrazione di plusvalore; fu affermato apertamente che l’ indice
che mostrava se una azienda stava
funzionando bene o male era il
profitto. Se l’ azienda faceva profitti era utile, se non li faceva era
dannosa. Se noi diciamo che la base economica di quanto esisteva allora in
Unione Sovietica era il socialismo non saremmo comunisti, non saremmo
marxisti-leninisti.
Cosa
dovettero conservare i revisionisti dal socialismo? Dovettero mantenere il
sistema sanitario ed educativo universale e gratuito, la piena occupazione,
dovettero contenere l’ applicazione della legge del valore, il che significa
che non permisero la libera compravendita della terra o la libera circolazione
dei capitali. Ci furono notevoli restrizioni nella applicazione della legge del
valore, ma ciò non vuol dire che quello che esisteva era il socialismo.
Dal
momento che il sistema che fu costituito nell’ Unione Sovietica all’ epoca di
Breznev uscì dal socialismo, i revisionisti furono obbligati a mantenere tali
diritti al fine di evitare la guerra civile, al fine di evitare che la classe
operaia lottasse per questi diritti. Come risultato noi abbiamo una formazione
sociale la cui base economica era fondata sul profitto, il quale nasconde l’
appropriazione del plusvalore prodotto dalla classe operaia e dalle masse
lavoratrici, ma dall’ altro lato abbiamo forme economiche che limitano l’
applicazione della legge del valore e delle leggi dello sfruttamento
capitalistico in generale. Quindi, questi due aspetti dovevano portare ad una
contraddizione; questo sistema doveva crollare.
Stalin
aveva preannunciato ciò, ed Enver Hoxha, un sostenitore di Stalin, predisse il
tracollo dell’ Unione Sovietica, che era impossibile avere una economia in
crescita se la base economica dipende dal profitto e ci sono limitazioni a
queste leggi economiche. Voi avete il profitto, l’ estrazione di plusvalore
come motore della produzione, ma d’ altra parte non avete la disoccupazione.
Come potete sviluppare un economia basata sull’ estrazione del profitto, nella
quale si giudica se l’ economia va bene oppure male basandosi sul profitto, ma
contemporaneamente dovete mantenere il lavoro improduttivo? Nelle condizioni
della produzione capitalistica il lavoro improduttivo è semplicemente eliminato
spedendolo nell’ esercito dei disoccupati. E’ impossibile mantenere la
produzione in crescita con tutti questi elementi.
Un’
analisi economica della evoluzione dell’ economia sovietica ha dimostrato che
in alcuni momenti nella seconda metà degli anni settanta il tasso di crescita
cadde a zero. Questo fu ammesso dagli economisti revisionisti brezneviani,
basandosi sulla produzione dell’
economia sovietica. Voi dovete appunto considerare quello che era stato
prodotto l’ anno prima e quello che è stato prodotto nell’ anno corrente e
calcolare la percentuale. Le statistiche ufficiali dicevano che c’era una
crescita del 3-6%, ma erano calcolate in termini di prezzi, per questo c’era
una falsa crescita. Il PIL era calcolato in termini di prezzi, cioè di quanti
rubli c’erano in circolazione. In economia ci sono due modi per far salire il
valore totale: o producendo di più, o
facendo salire i prezzi. Quello che accadde in Unione Sovietica era una
ingannevole inflazione dei prezzi di produzione sulla cui base era calcolata
una certa percentuale di crescita.
Questo economista brezneviano di sinistra
calcolò la stessa percentuale in termini di produzione reale: tonnellate
di acciaio, tonnellate di frumento, ecc comparando quello che era stato l’ anno
precedente a quello che era stato prodotto nell’ anno in corso, e nella seconda
metà degli anni settanta questa crescita economica toccò lo zero.
Noi
dobbiamo essere capaci di spiegare alla classe operaia che i comunisti offrono un
modo di costruzione del socialismo e del comunismo, che noi possiamo
realizzarlo, e che il socialismo per cui stiamo lottando è una società che può
risolvere i problemi della classe operaia.