La lotta per il partito nella fase
attuale
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’imperialismo, la reazione
e gli opportunisti cantano vittoria, si fregano le mani ogni volta che il proletariato
è costretto ad ingoiare i bocconi amari della crisi capitalistica, applaudono
ai “grandi successi” registrati nell’offensiva contro i popoli oppressi. Più
intensificano lo sfruttamento e sotterrano per miliardi di esseri umani la
possibilità di un’esistenza veramente umana, più parlano di libertà e
democrazia. Più promuovono la concorrenza fra sfruttati, il razzismo, la
xenofobia, lo sciovinismo e più parlano di “conciliazione”. Più fomentano il
militarismo e conducono guerre di aggressione e di rapina, e più predicano la
pace.
Nonostante i colpi inferti
alle forze rivoluzionarie e progressiste della società, nonostante i traumi
sofferti dai popoli, nonostante le frodi elettorali e la velenosa propaganda,
il movimento sotterraneo del mondo contemporaneo va in una direzione ben
diversa da quella auspicata dai paladini del massimo profitto.
Tutti gli avvenimenti
degli ultimi mesi, sia quelli che manifestano l’aspra ed incessante lotta fra
le classi, sia quelli che esprimono i rapporti dell’uomo con la natura, ci
dicono una cosa sola: siamo giunti a un momento storico nel quale i rapporti di
produzione capitalistici sono entrati talmente in conflitto con il livello di
sviluppo raggiunto dalle forze produttive, sono talmente un intralcio per lo
sviluppo della produzione e la soluzione dei principali problemi sociali, da
rendere ancor più urgente ed indispensabile la necessità della loro
sostituzione con nuovi rapporti di produzione, basati sulla proprietà sociale
dei mezzi di produzione.
L’approfondirsi di questa
contraddizione fa sì che il nostro tempo sia un tempo nel quale alle guerre ed
alla oppressione dell’imperialismo si contrappone una resistenza che cresce
ogni giorno di più. Un’epoca gravida di rivoluzione caratterizzata dal faticoso
risveglio delle forze motrici della storia moderna: la classe operaia – che
accresce giorno dopo giorno il suo peso ed il suo ruolo fondamentale - e le
masse lavoratrici costrette a subire il giogo dell’imperialismo.
Miliardi di donne e di
uomini non si rassegnano alle infami condizioni di vita e di lavoro imposte dal
capitalismo e sono spinti alla mobilitazione ed alla lotta per togliersi di
dosso il fardello il peso imposto dai monopoli, dai latifondisti, dai ricchi,
dai parassiti, dai preti, dagli sceicchi. Sempre più si porranno la questione
chiave del potere politico, per costruire un nuovo mondo in cui sia abolita la
divisione dell’umanità in sfruttatori e sfruttati, in oppressori ed oppressi,
in cui ci sia davvero pace, pane e libertà. Si ricreano quindi, a fianco delle
premesse oggettive, le premesse soggettive della rivoluzione proletaria.
Di qui lo sforzo
dei comunisti che in ogni paese oggi s’incentra su un punto decisivo, quello di
costruire e consolidare autentici partiti comunisti che siano in grado di
dirigere ed organizzare la lotta di classe verso il socialismo, unica
alternativa possibile, necessaria e indispensabile per uscire dalla crisi
generale del capitalismo. Questo terreno rappresenta il cuore politico dello
scontro con la borghesia. Uno scontro che nei paesi occidentali, dove la classe
dominante e i suoi servi opportunisti cercano di aizzare gli operai contro i
propri fratelli degli altri paesi e tentano con ogni mezzo di impedire che
l’ideologia proletaria si trasformi in organizzazione, assume caratteristiche
complesse e necessita di una battaglia implacabile contro le deviazioni di
destra e di “ultrasinistra”.
SEGUE NELLA
RIVISTA