I
COMUNISTI E LA POLITICA DI FRONTE UNITO
La redazione di "Teoria & Prassi"
sostiene il processo di costruzione - promosso da forze di orientamento
comunista, rivoluzionario e democratico - di un fronte
antimperialista-antifascista in Italia.
A tal proposito abbiamo partecipato al dibattito
- volto alla formazione di un comitatoo promotore - sviluppando un intervento
incentrato sui seguenti argomenti:
a) L’organismo
che sorgerà non deve essere una struttura di "servizio" o di
"informazione" ma una realtà di massa, unitaria, stabile ed
organizzata che sappia svolgere un ruolo politico incisivo nella realtà del
nostro paese, contro la reazione avanzante ed il coinvolgimento nella guerra
imperialista diretta dagli USA;
b) L’offensiva
imperialista obbliga all’unità dei rivoluzionari, pertanto bisogna rompere
col settarismo organizzativo e lavorare in modo ampio ed aperto,
raccogliendo la vasta opposizione all’aggressione all’Iraq ed alla politica
antioperaia ed antipopolare del governo Berlusconi-Bossi-Fini, radicandosi nei
posti di lavoro, nelle scuole, sul territorio con appositi organismi,
aggregando intorno al fronte unito i lavoratori, i giovani, gli intellettuali
rivoluzionari, antimperialisti, democratici e tutti i sinceri amanti della pace
e della libertà;
c) per
fare questo è necessario elaborare una piattaforma politica che sia
incentrata sulle linee fondamentali della difesa intransigente degli interessi
economici e politici della classe operaia e delle masse lavoratici, della
difesa ed ampliamento delle conquiste sociali, dei diritti e delle libertà
democratiche, contro la reazione, la repressione politica e la fascistizzazione
dello stato e della vita sociale, contro le guerre ingiuste e di rapina, a
fianco dei popoli aggrediti e privati dei loro diritti nazionali dalle potenze
imperialiste;
d) per
lottare contro l’imperialismo più pericoloso ed aggressivo oggi esistente,
quello USA, non bisogna mai appoggiarsi su altri imperialismi, in
particolare quelli europei, o illudersi sul ruolo dell'ONU;
e) la
lotta all’imperialismo - se non vuol essere una frase vuota - è inseparabile
dalla lotta alla socialdemocrazia, in quanto il rapporto fra di loro
esistente è necessario, indissolubile, permanente;
f) essere
internazionalisti ed antimperialisti significa anzitutto lottare contro il
proprio imperialismo che opprime e sfrutta i popoli dominati, partecipa
alle aggressioni militari, supporta i regimi antipopolari nei vari paesi. In
questo senso l’obiettivo tattico su cui concentrare tutte le forze è la caduta
del governo Berlusconi e la rottura dell’asse Bush-Blair-Berlusconi che
permette uno spostamento dei rapporti forza favorevole al proletariato ed ai
popoli.
g) la
necessità del fronte unito non nega la necessità del partito, di cui invece
si sente sempre di più la necessità e l’urgenza. Sbagliano profondamente i
compagni che affermano: "visto che non si può fare nulla per il partito
oggi diamo vita ai coordinamenti antimperialisti", finendo per fare del
fronte un surrogato del partito. Questo è un sintomo del più scontato
opportunismo che, di fatto, lascia la direzione del movimento operaio e
popolare nelle mani dei riformisti. Sbagliano altrettanto i compagni che
affermano che le masse si possono unire soltanto per il comunismo, che
bisogna lavorare esclusivamente per ricostruire il partito senza
impegnarsi in nessun altra attività. Tale posizione, tipica dell’estremismo,
dimostra l’incomprensione del principio secondo cui i comunisti dirigono le
masse costruendo organismi di massa ed entrando in tutte le organizzazioni in
cui le masse stesse si raccolgono. Rifiutarsi di accettare tale principio da un
lato porta ad allontanarsi dalle masse ed alla passività politica, dall’altro
mostra l’incomprensione del fatto che la lotta comune contro l’imperialismo è
una base reale per l’unione dei veri comunisti.
Sulle spalle dei comunisti pesa la grande
responsabilità di assicurare una direzione politica alla lotta di massa
antimperialista; per questo è importante ribadire che non bisogna confondere i
due termini del partito e del fronte, che hanno natura e scopi differenti.
Mentre diciamo agli operai, ai lavoratori, alle masse popolari di organizzarsi
nel modo più ampio e combattivo per respingere l’attacco capitalista, non
possiamo fare a meno di evidenziare che le organizzazioni di fronte unito o
popolare, quelle sindacali, culturali, ecc. hanno una validità parziale, servono
fino ad un certo punto, non sono adatte per condurre una lotta politica che
abbia come obiettivo la conquista ed il mantenimento del potere. Per assicurare
una giusta direzione al fronte unito, per condurre una lotta a fondo contro
l’imperialismo e la reazione, per uscire dalla crisi del capitalismo, per
costruire l’unico mondo nuovo possibile - il socialismo - ci vuole il
partito comunista del proletariato. Altra via non c'è.
Il contenuto ed il tono franco che ha assunto il
confronto sui contenuti politici ed il metodo di lavoro del fronte unito,
nonché i primi passaggi di natura organizzativa volti a rafforzare,
stabilizzare e radicare sul territorio gli organismi esistenti e ad assicurare
una direzione a questo processo, ci hanno incoraggiato ad elaborare alcune tesi
sulla natura, il carattere e gli scopi del fronte unito antifascista –
antimperialista, nonché sulla funzione dei comunisti al suo interno. Le presentiamo
quale contributo al dibattito.
1) Il fronte unito è una forma
di collaborazione politica fra varie classi e gruppi sociali per sviluppare una
resistenza attiva alla guerra imperialista, alla reazione ed al fascismo in
quanto armi offensive del capitalismo monopolistico. La necessità per il
proletariato di fare un alleanza con altre classi e strati sociali, di creare
organizzazioni più vaste possibili composte di organismi (forze politiche,
culturali, sindacali, movimenti, associazioni, ecc.) e persone che –
indipendentemente dal loro atteggiamento verso la rivoluzione proletaria - sono
disposte a lottare contro la reazione borghese, deriva dal fatto che la classe
operaia, pur essendo la classe più organizzata e cosciente, non può vincere con
le sue sole forze contro la borghesia imperialista.
2) Lo scopo politico del fronte
è di isolare e sconfiggere i piani del nemico principale, la borghesia
imperialista. Deve però essere fatta una distinzione fra il fronte unito
antifascista-antimperialista ed il movimento di massa per la rivoluzione ed il
socialismo, che esprime un livello più alto di coscienza e mobilitazione
politica. Questo significa che nello stadio attuale di sviluppo della
rivoluzione ogni tentativo di imporre al fronte unito contro la reazione e le
guerre di rapina obiettivi, scopi, programmi, azioni, che sono appropriate ad
un movimento per la rivoluzione socialista costituisce una deviazione tipica
della estrema sinistra.
3) Il fronte comprende forze
che hanno differenti scopi generali, differente contenuto ideologico e politico
e si costruisce per sostenere determinati obiettivi che avvantaggiano il
proletariato. Esso serve a evitare che
si formi un blocco compatto contro il proletariato e per esercitare un’influenza
sugli strati popolari.
4) La funzione dirigente nello
sviluppo della politica di fronte unito appartiene alla classe operaia, che
deve saper trovare la sua unità d’azione lottando contro la borghesia ed i suoi
agenti. E' attorno alla classe operaia che va costruito un ampio arco di forze
sociali, essenzialmente composto da altri lavoratori sfruttati ed oppressi.
5) Ha ragione chi pone il
problema della piccola borghesia urbana e rurale (che in Italia ha un peso
notevolissimo, sia in senso numerico sia politico). La politica di fronte unito
serve propriamente a non lasciarla nelle mani della grande borghesia, a
sganciarla da essa ed ad avvicinarla alla classe operaia.
6) Questo problema, che va
risolto politicamente con notevole senso tattico, con opportune forme di lotta
e parole d'ordine, non può però in alcun modo servire per mettere in
discussione la questione della direzione classista del fronte unito.
7) Il fronte unito non è una
realtà che può nascere a tavolino oppure per fini contingenti e ristretti. E’
una materialità che va costruita nel tempo, che crescerà con l’esperienza viva
delle masse e con il lavoro dei comunisti.
All’inizio non è necessario che comprenda grandi forze.
8) Il fronte unito deve sempre
avere una forma organizzata ed una direzione democraticamente eletta. La
tattica del fronte unito deve sempre essere una tattica attiva e non passiva,
cioè che si nutre di illusioni sul ruolo della borghesia democratica e
liberale, sulla capacità del parlamentarismo borghese di battersi contro la
reazione ed il fascismo. Nel periodo di resistenza alla reazione avanzante ed
alla guerra imperialista il fronte unito deve organizzare dimostrazioni,
incontri pubblici, eventi culturali, di educazione delle masse lavoratrici
sulla natura e le cause della reazione e del fascismo, azioni difensive contro
il fascismo, ecc.
9) Il fronte unito si basa su
una piattaforma politica che definisca obiettivi volti a battere il nemico
comune; esprime parole d’ordine vaste, in grado di essere comprese e fatte
proprie da ampie masse. Particolarmente importante è in tale programma la
difesa intransigente degli interessi, dei diritti e delle conquiste politiche
dei lavoratori (diritto di organizzazione, di sciopero, di manifestazione,
difesa della contrattazione collettiva, dei contratti nazionali, lotta contro
l’incorporazione delle organizzazioni sindacali nella struttura capitalistica
dello stato, difesa dall’intervento repressivo dello stato e dei suoi organi
repressivi, dalla violenza ecc.).
10) Il fronte (che può assumere
la denominazione di "unito", "popolare", “democratico”,
ecc.) deve caratterizzarsi per il suo internazionalismo verso le classe operaia
ed i popoli, verso tutti i movimenti sociali che lottano per il progresso, per
l’indipendenza e la libertà in ogni continente.
11) Per realizzare la politica di fronte unito i comunisti devono
coalizzarsi con le forze che rappresentano l’ala sinistra della borghesia
democratica, che si staccano per diversi motivi dall’alleanza con l’oligarchia
imperialista.
12) Il fronte unito non è un miscuglio nel quale ogni corrente politica
sacrifica qualcosa dei propri principi per stabilire intese ambigue. Il fronte unito non è il risultato di una
conciliazione o di una tregua fra organizzazioni che hanno diverse concezioni
del mondo e diverse finalità politiche.
Nel fronte unito non si cancellano le differenze e non si seppellisce il
passato. Al contrario, esso è anzitutto il risultato di una lotta condotta su
posizioni di principio, è un terreno di lotta nel quale si consolida e si
sviluppa l’autonomia politica del proletariato.
13) I comunisti propongono il fronte unito e vi partecipano in quanto
avanguardia della classe operaia. Nella azione di fronte unito i comunisti
sostengono le loro proposte e le loro idee, senza imporle a nessuno, nella
convinzione che corrispondano agli interessi del proletariato e dei popoli. La
sola condizione che i comunisti pongono per fare il fronte unito, è che ci si
metta d'accordo per l’azione immediata su dei punti che raccolgano l’adesione
delle forze aderenti.
14) Compito della parte più avanzata cosciente del fronte, dei
comunisti, è quello di lottare per conquistarne la direzione, guidarlo
politicamente, orientare le masse, estendere la loro influenza ed allo stesso
tempo di ampliarne costantemente le fila immettendovi tutti gli elementi che
vogliono resistere e lottare contro la reazione e le guerre dirette dalla
borghesia.
15) Proponendo e realizzando il fronte unito, avvicinando e
conquistando ad un’azione comune organizzazioni di diversa estrazione
ideologica e collocazione politica (comprese le organizzazioni influenzate
dalla borghesia e dal riformismo), stringendo accordi con partiti, gruppi,
giornali, ecc. di diverso orientamento per il raggiungimento di alcuni
obiettivi, i comunisti non rinunciano mai a spiegare il loro punto di vista su
tutti i problemi, ad affermare le idee, la politica ed il programma che
propugnano. Allo stesso tempo essi non chiedono a nessun altro partito o gruppo
di rinunciarvi.
16) Nella loro azione i comunisti devono sempre mantenere una
posizione ed un’attività politica indipendente di fronte a tutte le altre
tendenze e organizzazioni, dimostrando nei fatti di essere l’unica forza che è
capace di condurre una lotta coerente contro il capitalismo. Questo è un dovere
per tutti coloro che rappresentano il proletariato rivoluzionario, il cui
compito è conquistare la testa del fronte unito e del movimento di lotta.
Soltanto in questo modo sarà possibile chiarire agli occhi degli sfruttati chi sono i loro nemici, quale deve essere
il programma della loro emancipazione e quale ideologia esprime i loro
interessi fondamentali.
17) I comunisti devono denunciare senza pietà e combattere
risolutamente qualsiasi sabotaggio della azione comune, qualsiasi tentativo di
scissione e divisione nelle fila operaie e popolari, qualsiasi tentativo di
affossare intese di lotta da parte dei nemici del fronte unito, che vogliono
mantenere le masse disgregate per tutelare gli interessi della grande
borghesia.
18) I comunisti hanno il dovere di attaccare e denunciare
pubblicamente in primo luogo i partiti, le organizzazioni e i gruppi che sono
contrari alla unità di azione degli operai, ed insieme a loro i sostenitori di
una politica di tradimento e di capitolazione di fronte alla borghesia
imperialista. Per questo non rinunciano mai a condannare le esitazioni, gli
errori teorici su questo o quel problema, a smascherare gli ipocriti, i falsi
amici del popolo e tutti coloro che vogliono frenare la classe operaia e le
masse popolari.
19) Allo stesso tempo i comunisti sono pronti a cessare gli attacchi -
durante l’azione comune - contro quelle organizzazioni e quelle forze che
accettano e realizzano le proposte di fronte unito.
20) I partiti e le organizzazioni comuniste sono avversarie per
principio del revisionismo e della socialdemocrazia. Senza la loro azione di critica
e di lotta aperta e permanente non sarebbe possibile spingere su posizioni
rivoluzionarie i gruppi di sinistra esistenti all’interno di queste correnti;
non sarebbe nemmeno possibile "scompaginare" la base dei partiti
riformisti per favorire uno spostamento politico a favore della classe operaia.
21) Ovviamente la lotta contro il revisionismo si può esprimere in
diverse forme, che differiscono da situazione a situazione. Bisognerà
distinguere tra chi lotta a parole - o "votando contro" - e chi lotta
con i fatti; tra chi si appella alla "libertà ed alla pace" in
astratto (che 99 volte su 100 è quella dell’imperialismo) e chi si sforza di
dare un contenuto di classe a questi termini.
22) La
condizione essenziale per sviluppare il lavoro di massa, per dar vita ad
una effettivo fronte unito consiste
nella completa indipendenza politica del proletariato. Ciò significa anzitutto
dotarsi una capacità dirigente che solo il partito comunista può avere. Un
partito che sappia essere un fattore politico nella scontro di classe che si
sviluppa sotto i nostri occhi, senza limitarsi ad iniziative propagandiste. Il
nostro compito fondamentale e principale, il nostro compito più urgente a cui
tutti gli altri sono subordinati, è dunque quello di contribuire sotto ogni punto
di vista alla costruzione del partito comunista, che sia la parte più avanzata
e cosciente del proletariato, la sua organizzazione politica.