I PASSI COMPIUTI DALLA CONFERENZA INTERNAZIONALE DI PARTITI ED ORGANIZZAZIONI MARXISTI-LENINISTI
Abbiamo più volte scritto
su queste colonne che il nostro punto di riferimento a livello internazionale è
la Conferenza Internazionale di Partiti ed Organizzazioni Marxisti-Leninisti
(CIPOML).
Questo organismo del movimento
comunista internazionale, pur nelle
difficoltà dell’attuale periodo storico, ha saputo tenere alta la bandiera del
marxismo-leninismo, esprimendo un notevole livello di compattezza ideologica e
di analisi politica.
A causa di molteplici motivi (fra
questi l’assenza di un autentico partito comunista) la realtà della Conferenza
non è ben conosciuta dai compagni italiani. Perciò abbiamo pensato di
ricostruire, sulla base della documentazione in nostro possesso, il percorso
compiuto nelle undici riunioni plenarie regolarmente tenute dalla CIPOML, cui hanno partecipato organizzazioni e
partiti sudamericani, europei, africani ed asiatici unitisi sulla base degli
insegnamenti di Marx, Engels, Lenin, Stalin e dell’internazionalismo
proletario.
Attraverso il processo di
costruzione della Conferenza Internazionale, le realtà partecipanti si sono poste l’obiettivo di affrontare i problemi vecchi e nuovi
della rivoluzione e del socialismo, di combattere senza tregua l’imperialismo, il revisionismo e
l’opportunismo, unendo la lotta del proletariato e dei popoli dentro ciascun paese ed a livello
internazionale. Oggi queste realtà sono in crescita e costituiscono un
importantissimo momento di cooperazione e di orientamento delle forze comuniste
e rivoluzionarie.
La sintetica ricostruzione delle
undici riunioni plenarie che offriamo non ha ovviamente valore ufficiale, ma
serve solo a fornire un’idea precisa
dei passi compiuti dalla CIPOML attraverso gli anni, nelle condizioni della
feroce offensiva anticomunista e di
risveglio della lotta di classe del proletariato.
Nelle pagine seguenti presentiamo
inoltre il documento che rappresenta il riferimento ideologico e politico della
CIPOML, la “Dichiarazione comunista ai lavoratori e ai popoli del mondo”. La
traduzione, a cura della nostra redazione, è stata condotta sul testo in lingua
spagnola pubblicato dalla rivista «Unidad y Lucha», n.1, pp. 7-10.
A questa “Dichiarazione”,
approvata dalla Conferenza Internazionale di Partiti e Organizzazioni Marxisti-Leninisti svoltasi a Quito
(Ecuador) nel 1994, furono invitati ad aderire tutti i partiti e le
organizzazioni che la condividono.
La redazione di Teoria &
Prassi ha deciso di sottoscriverla
spinta dalla convinzione che il
rafforzamento dell’unità politica ed ideologica dei ranghi del movimento comunista
internazionale è un dovere per tutti i sinceri comunisti.
La prima sessione plenaria della CIPOML si realizzò
nel luglio del 1994 a Quito, Ecuador. In quella occasione la Conferenza stabilì
una piattaforma ideologica e politica attraverso il “Proclama comunista ai lavoratori
ed ai popoli del mondo” ed adottò un minimo di misure organizzative per
rafforzare le basi del movimento marxista-leninista internazionale:
l’istituzionalizzazione della Conferenza, la nomina di un comitato di
coordinamento e la pubblicazione di una rivista teorica, “Unità e Lotta”,
pubblicata in diverse lingue. Furono anche approvate un certo numero di
risoluzioni e lanciate delle campagne concrete. La prima Conferenza non servì
soltanto a riaffermare i fondamenti ideologici, teorici e storici del movimento
comunista. Essa fu una manifestazione
da parte del movimento marxista-leninista
- sottoposto ad una durissima offensiva da parte della borghesia
imperialista e dei moderni revisionisti - di radunare le forze, di convertirle
in una alternativa politica e sociale, di assumersi precise responsabilità e
continuare con determinazione la lotta per il socialismo proletario. Quito
segnò dunque una svolta significativa del nostro movimento.
Il secondo plenum, svoltosi a Parigi nel 1995 -
mentre era in corso una grande ondata di lotta che assestava un serio colpo
alla demagogica campagna della borghesia imperialista - affrontò in maniera più
particolareggiata la questione del bilancio delle esperienza del socialismo.
Furono sconfitte alcune tendenze, sostenute da una piccola minoranza di
partiti, secondo le quali la conferenza doveva essere soltanto un club di
discussione senza la capacità di prendere decisioni. Grazie al lavoro della
Conferenza generale, alle riunioni regionali, agli incontri sindacali e della
gioventù, intanto andavano riallacciandosi relazioni con organizzazioni e
partiti che avevano perso il contratto col movimento marxista-leninista.
La terza riunione generale della CIPOML, tenutasi
nel 1996 nella Repubblica Domenicana, approvò una risoluzione che – sulla base
dell’approfondimento e della generalizzazione della crisi del capitalismo e
della lotta della classe operaia e dei popoli nei diversi continenti – stabilì
i compiti rivoluzionari dei partiti comunisti.
Mentre si conquistavano nuove posizioni di lotta e si rafforzava la
fiducia reciproca fra i partecipanti furono anche definite un certo numero di
norme interne di funzionamento della Conferenza.
Nella quarta sessione plenaria, svoltasi nel
novembre 1997 in Germania, la discussione principale fu sviluppata sul lavoro
dei partiti comunisti nella classe operaia. A fianco della ricca esperienza
acquisita in questo campo, furono evidenziati anche errori e deficienze, al
fine di gettare radici più profonde nella classe operaia ed avanzare su questo
fronte. Particolare attenzione fu dedicata al lavoro nei sindacati. La CIPOML
approvò in quell’occasione risoluzioni
sulla lotta dei popoli africani, sull’Algeria, sul Medio Oriente e sugli
sviluppi della crisi in America Latina.
Nel 1998 a Caracas in Venezuela si compì il quinto
incontro della CIPOML. L’argomento principale in agenda fu la lotta
antimperialista ed i compiti dei partiti comunisti; su tale questione fu
approvata una dichiarazione comune. Il centro della discussione riguardò le responsabilità
degli autentici partiti comunisti al
fine di combattere le correnti revisioniste, riformiste, socialdemocratiche e
collaborazioniste nelle condizioni di flusso ascendente del movimento operaio.
In questa conferenza furono sottolineati alcuni limiti nel funzionamento degli
organi del movimento marxista-leninista ed affrontato il problema di ampliare
il campo di lavoro rafforzando i fondamenti ideologici, politici ed
organizzativi. Tra le altre decisioni prese ci fu quella di migliorare i contenuti
e la distribuzione della rivista “Unità e Lotta”, la continuazione di alcune
campagne internazionali (ad es. quella per la libertà di Francisco Caraballo).
Ugualmente venne sottolineata la realizzazione di importanti eventi, come
l’Incontro Internazionale Sindacale realizzato in Francia l’edizione
commemorativa del 150° Anniversario del Manifesto Comunista, nonché
l’organizzazione di incontri su scala regionale.
Il sesto plenum della CIPOML avvenne nell’aprile del
2000 e discusse le esperienza concrete del
Partito Comunista dell’Alto Volta e del Partito Comunista Marxista Leninista
dell’Ecuador. Questi partiti esposero la direzione del loro lavoro nei processi
rivoluzionari dei loro rispettivi paesi. La conferenza discusse anche un
documento redatto in comune dall’Organizzazione Comunista “Ottobre” di Spagna e
del Partito Comunista degli Operai di Francia (PCOF) sulla guerra in
Yugoslavia, nel quale veniva svolta una critica ad alcune posizioni
contraddittorie che si erano registrate, al fine di dare risposte comuni su
problemi essenziali del movimento operaio e
popolare. Oltre alle risoluzioni sul processo rivoluzionario in Burkina
Faso, sul sollevamento popolare in Ecuador, sulla costruzione del Partito
Comunista dei Lavoratori della Danimarca, di solidarietà con i compagni Hammami
e Caraballo, fu approvato e diffuso un appello ai lavoratori ed ai popoli del
mondo per celebrare il I Maggio in modo
combattivo.
La settima riunione generale della CIPOML, tenutasi
nel 2001 in Messico, si tenne sotto l’eco dell’attentato alle Twin Towers e
dell’annuncio della “guerra al terrore” di Bush. Nella risoluzione approvata –
che sollecita a opporsi e combattere decisamente i disegni di guerra
dell’imperialismo – è scritto che il principale terrorista che ha sparso sangue
e morte nel mondo è l’imperialismo, particolarmente quello yankee. La
Conferenza iniziò un’analisi e un dibattito sulla classe operaia attuale, in
quanto classe chiamata a svolgere il ruolo dirigente nella rivoluzione; in
particolare venne discusso un testo redatto in comune da “Ottobre” e dal PCOF
sui cambiamenti avvenuto nella classe operaia determinati dallo sviluppo della
tecnologia, della flessibilità, della precarietà, delle divisioni e della
frammentazione. Tra le decisioni prese va citata la riedizione di
«Imperialismo, fase suprema del capitalismo” di Lenin, la realizzazione dei
Seminari «Problemi della Rivoluzione in America Latina» a Quito, la
celebrazione degli Incontri Sindacali e la realizzazione dei Campeggi
Internazionali della Gioventù..
L’ottavo plenum della CIPOML si svolse nel 2002 in
Danimarca. Essa analizzò la situazione internazionale creatasi con l’avvio
della nuova guerra di ripartizione lanciata dall’imperialismo USA. Il dibattito
riguardò anche il rapporto fra il movimento m-l ed i vari movimenti sorti in
difesa della pace, dei diritti sociali, dei diritti nazionali, ecc. che si
stavano sviluppando in tutto il mondo. La conferenza produsse risoluzioni,
appelli e denunce diffusi a livello internazionale. Diversi partiti nell’occasione
svilupparono una dura polemica con il partito “Bandiera Roja” del Venezuela.
Nella nona sessione plenaria della CIPOML, che ebbe luogo nel 2003 nella
Repubblica Domenicana, fu analizzata la situazione politica internazionale,
allo scopo di evidenziare gli elementi che contribuiscono a promuovere una
tattica utile a vincolare i comunisti alle masse, guadagnare la loro direzione
politica e fortificare le prospettive della rivoluzione. Durante i lavori la
polemica con “Bandiera Roja” assunse un più ampio respiro. Il disaccordo sulla
valutazione delle caratteristiche del governo di Chavez si aggiunse ai vecchi
dissensi, ora esacerbati, sulla natura della CIPOML. Quest’ultima - oltre a
dibattere i temi in agenda, a discutere il lavoro realizzato ed a fissare i
compiti per avanzare nel processo rivoluzionario - adottò norme di
funzionamento interne necessariamente più stringenti di quelle osservate fino
ad allora, al fine di contribuire alla crescita della CIPOML stessa. Fu anche approvata un’importante
dichiarazione politica denominata “Un altro mondo è necessario: si chiama
socialismo!”.
Il decimo plenum della CIPOML si tenne nel dicembre
del 2004 in Ecuador e fu caratterizzato dalla parola d’ordine “La Conferenza si
rafforza combattendo le posizioni anti-leniniste”. Dopo aver fatto il bilancio
dei compiti realizzati dai vari partiti, la discussione si focalizzò sulla
situazione venezuelana e sul ruolo opportunista svolto dal partito “Bandiera
Roja”, nei cui confronti vennero prese misure organizzative. Al proposito la
CIPOML diffuse un documento con il quale fu indicata la necessità di combattere
contro certe posizioni e riaffermata la solidarietà con il popolo venezuelano.
Nell’occasione fu eletto un nuovo comitato di Coordinamento ed adottate risoluzioni
su Iraq, Palestina, sulla guerra in Costa d’Avorio, contro la costituzione
dell’U.E., contro l’Accordo per Libero Commercio in America, sul Sahara, ecc.
L’undicesima riunione generale della CIPOML si è
svolta nell’ottobre del 2005 in Europa. In quest’ultimo incontro plenario si è,
in particolare, analizzata l’importanza della vittoria del No nel referendum
francese sulla Costituzione europea e sulla necessità dell’opposizione alle
politiche neoliberali e alla costruzione di un blocco imperialista in questo
continente. La CIPOML ha espresso la sua solidarietà con l’eroica lotta del
popolo iracheno e di quello palestinese e denunciato le minacce che il regime
di Bush ha proferito contro Iran e Siria. Il plenum ha approvato una
Piattaforma Tattica che servirà come guida nella pratica politica dei partiti e delle organizzazioni rivoluzionarie nelle
condizioni specifiche, più una serie di Risoluzioni, Dichiarazioni e Compiti.
Infine ha deciso di ratificare l’esclusione dalle proprie fila del partito
“Bandiera Roja” perché questo partito ha persistito nella sua attività al
servizio dell’imperialismo e dei settori reazionari venezuelani. La CIPOML ha preso impegno di riunirsi di nuovo in un
altro luogo del mondo per continuare l’impegno
di lotta per l’emancipazione
della classe operai e dei popoli.
La dichiarazione politica della XI Conferenza
Internazionale di Partiti ed Organizzazioni Marxisti-Leninisti è stata firmata
dalle seguenti forze comuniste: Partito Comunista di Germania (KPD), Partito Comunista Rivoluzionario del Brasile
(PCRB), Partito Comunista Rivoluzionario dell’Alto Volta (PCRV), Partito
Comunista della Colombia Marxista Leninista (PCdeC (ML)), Partito Comunista dei Lavoratori della
Danimarca (APK), Partito Comunista Marxista Leninista dell’Ecuador (PCMLE),
Organizzazione Comunista Ottobre di Spagna (OC Octubre), Comitato Statale di
Organizzazioni Comuniste della Spagna (CEOC),Partito Comunista degli Operai di
Francia (PCOF), Organizzazione per la Ricostruzione del Partito Comunista di Grecia
(OAKKE), Partito del Lavoro dell’Iran (Toufan) (PTI-Toufan), Partito Comunista del Messico Marxista
Leninista (PCM(ML)), Organizzazione Marxista Leninista “Rivoluzione” della
Norvegia, Partito Comunista del Lavoro della Repubblica Domenicana (PCT), Partito
Comunista degli Operai della Tunisia (PCOT), Partito Comunista Rivoluzionario
della Turchia (TDKP).
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DICHIARAZIONE COMUNISTA AI LAVORATORI E AI POPOLI
DEL MONDO
Fino a quando esisteranno esseri umani che sfruttano
altri esseri umani, fino a quando il capitalismo distruggerà la vita umana
sulla terra, vi sarà lotta!
Fino a quando gli imperialisti e la borghesia
opprimeranno le nazioni deboli e i popoli indifesi, vi sarà lotta!
Fino a quando i lavoratori e i popoli del mondo
aspireranno a cambiare l’attuale
società, a trasformarla a loro beneficio, e fino a quando saranno pronti, per
questo, a vivere o morire, vi sarà lotta!
«La storia di ogni società sinora esistita è storia
di lotte di classi» (Manifesto del Partito Comunista).
Contrariamente alle pretese conciliatrici dei
capitalisti, secondo i quali i lavoratori e i padroni hanno gli stessi
interessi, noi riaffermiamo con decisione la tesi marxista che la lotta di
classe, nelle società divise in classi, è la forza motrice della storia.
La lotta di classe non avrà fine sin quando non
saranno stati raggiunti i più alti e generali obbiettivi che i lavoratori e i
popoli si sono posti: costruire, sulle rovine del capitalismo, il nuovo mondo
del socialismo e del comunismo.
Negli ultimi anni il movimento comunista e operaio
ha subìto alcuni duri colpi. Il processo di restaurazione del capitalismo,
generalizzatosi a partire dal XX Congresso del Partito Comunista dell’Unione
Sovietica, e culminato con gli avvenimenti dell’Europa dell’Est, della ex Urss,
e col tradimento dell’Albania, fa parte dell’azione dell’imperialismo, delle
forze reazionarie, revisioniste, filocapitaliste. I limiti storici,
l’inesperienza, il mancato sviluppo della teoria, la sottovalutazione delle
contraddizioni interne della società socialista, la burocratizzazione e
l’isolamento del partito comunista dalle masse, non hanno permesso ai
comunisti, alle classi lavoratrici e ai popoli di difendere le loro conquiste e
di evitare la restaurazione del capitalismo. Non siamo riusciti a impedire la
nascita di una nuova classe borghese che, mascherandosi come «socialista», si è
impadronita del potere e ha distrutto il socialismo. Ma questi duri colpi,
queste sconfitte, non significano la fine della storia.
Dopo l’ultimo e generale assalto dell’imperialismo e
del capitalismo (che pretendono di averla fatta finita per sempre col
marxismo-leninismo, col socialismo
scientifico, con la rivoluzione proletaria e l’antimperialismo), siamo di nuovo
presenti in tutti i continenti. Noi comunisti risorgiamo in ogni sciopero
operaio, in ogni mobilitazione popolare, in ogni lotta della classe operaia e
dei popoli per la libertà e la democrazia, in ogni rivolta giovanile, in ogni
movimento guerrigliero. Ci riorganizziamo, ci uniamo, traiamo lezione da quanto
è accaduto, e continuiamo la nostra marcia in avanti.
Finché non avremo compiuto la nostra missione
storica, non verremo meno al nostro impegno.
Siamo milioni di esseri umani in lotta. Noi
lavoratori continueremo ad essere i fondamentali produttori di tutta la
ricchezza, dovunque e nelle più varie condizioni di sviluppo dei mezzi di
produzione. Nulla, in definitiva, cambierà finché altri vivranno del nostro
sudore, finché non saremo riusciti a trasformare la società esistente in
un’altra società, di tipo superiore.
Quale innovazione, quale rivoluzione
tecnico-scientifica, può modificare il
fatto che siamo l’asse principale dell’attuale società? Tutti i
progressi scientifici e tecnologici non cambiano assolutamente la natura del
proletariato, né il fatto che i mezzi di produzione continuano ad essere nelle
mani dei capitalisti. La ricchezza creata dal nostro lavoro è stata e continua
ad essere la base materiale di ogni sviluppo tecnico e scientifico.
La lotta di classe non può essere eliminata, e non
scomparirà finché esiste la proprietà privata dei mezzi di produzione.
Dobbiamo, tuttavia, tener conto di questi progressi tecnici e scientifici,
imparare a dominarli, e utilizzarli a beneficio del popolo e della rivoluzione.
«Il movimento proletario è il movimento indipendente
dell’enorme maggioranza nell’interesse dell’enorme maggioranza. I proletari non
hanno nulla di proprio da salvaguardare; essi hanno soltanto da distruggere
tutte le sicurezze private e le guarentigie private finora esistite» (Manifesto
del Partito Comunista).
Nessun’altra classe o strato sociale attuale può
assolvere questo compito. Esso è il compito del proletariato, che è la classe
più rivoluzionaria della società, dotata del più elevato spirito pratico,
capace di unire e di dirigere, nella lotta contro il capitale, altre classi e
altri strati sociali sfruttati.
Siamo presenti e attivi nell’epoca contemporanea. La
classe operaia e i popoli non hanno
cessato per un solo istante di lottare per i propri obbiettivi. Nulla di
essenziale è cambiato nella nostra epoca, da quando Lenin l’ha definita. Essa
continua ad essere l’epoca dell’imperialismo e delle rivoluzioni proletarie.
Tutti i fatti accaduti dopo la Rivoluzione d’Ottobre del 1917 - la seconda
guerra mondiale, la sconfitta del fascismo, la liberazione dei paesi coloniali,
la rivoluzione cinese, la rivoluzione vietnamita, ecc, i progressi realizzati
durante la costruzione del socialismo, la recente offensiva imperialista e
l’attuale realtà della lotta dei popoli - confermano le tesi leniniste
sull’epoca nella quale viviamo. Le contraddizioni fondamentali sono rimaste le
stesse!
Imperialisti e borghesi sferrano violenti attacchi
contro il marxismo-leninismo e ne proclamano la morte. Noi domandiamo: se
questa teoria è diventata inservibile, perché la attaccano così furiosamente?
Perché sanno, in realtà, che essa è viva e attuale. Il marxismo-leninismo si
basa sullo sviluppo continuo della conoscenza scientifica, sull’esperienza
dello sviluppo sociale e sul pensiero umano progressista. È una teoria
rivoluzionaria che rappresenta gli interessi storici del proletariato e di
tutta l’umanità; esso avanza in maniera dialettica, supera ostacoli e genera il
nuovo. Noi marxisti-leninisti siamo consapevoli di alcune nostre debolezze per
quanto riguarda la comprensione, l’applicazione e lo sviluppo del
marxismo-leninismo: sono nostri limiti, che supereremo. L’esperienza storica ha
dimostrato la validità, l’attualità, la vitalità del marxismo-leninismo. Se
esistono delle ideologie decrepite e obsolete, delle teorie che appartengono al
passato, esse sono quelle della borghesia. Il marxismo-leninismo è il presente
e l’avvenire.
«Ci vuole forse una profonda perspicacia per
comprendere che, cambiando le condizioni di vita degli uomini, i loro rapporti
sociali, la loro esistenza sociale, cambiano anche le loro concezioni, i loro
modi di vedere e le loro idee, in una parola, cambia anche la loro coscienza?
Si parla di idee che rivoluzionano tutta una
società; con ciò si esprime soltanto il fatto che in seno alla vecchia società
si sono formati gli elementi di una società nuova, che con la dissoluzione dei
vecchi rapporti di esistenza procede di pari passo il dissolvimento delle
vecchie idee» (Manifesto del Partito Comunista).
In coerenza con i loro interessi di classe, i
revisionisti e gli opportunisti di tutte le specie deformano questi enunciati
del Manifesto Comunista e ne traggono conclusioni anticomuniste; vogliono
conservare le loro posizioni di «grandi dirigenti» e i loro privilegi; vogliono
manipolare il movimento operaio e impedire che i lavoratori prendano nelle
proprie mani il loro destino: servono, in tal modo, la borghesia e arrecano un
grave danno alla classe operaia. Al contrario, noi comunisti lottiamo contro
queste deviazioni, respingiamo questi servi della borghesia e aiutiamo la
classe operaia a contare sulle proprie forze e ad avanzare.
Il revisionismo rappresenta un pericolo per il
processo rivoluzionario, per il Partito Comunista e per la costruzione del
socialismo. È assolutamente necessario combattere il revisionismo di ogni
specie, e su tutti i terreni. Esso è un pericolo contro il quale non è
possibile cessare o indebolire la lotta.
Discutere queste questioni, prendere posizione su di
esse, stabilire che cosa occorre fare adesso, è l’inevitabile, necessaria ed
urgente lotta ideologica da condurre all’interno del campo rivoluzionario,
altrettanto necessaria dell’offensiva ideologica
rivoluzionaria per battere l’attacco della reazione. Nessun comunista, nessun
partito di avanguardia della rivoluzione può temere questi confronti di
concezioni e di idee. Dobbiamo aprire il dibattito, dobbiamo mettere a
confronto idee, analisi, esperienze, lezioni, ragionamenti, per giungere a
delle conclusioni che ci permettano di avanzare. I fatti sono testardi, diceva
Lenin, e la testardaggine dei fatti ci obbliga ad essere leninisti.
Abbiamo creato i nostri partiti nel fuoco della
lotta contro il revisionismo e l’opportunismo, i quali, con la loro
degenerazione e il loro tradimento politico, sono stati i principali
responsabili dei danni causati al movimento comunista e operaio internazionale.
I partiti comunisti sono strumenti indispensabili per
ORGANIZZARE la rivoluzione in ciascuno dei nostri paesi. Come Conferenza
Internazionale dei Partiti e Organizzazioni Marxisti-Leninisti, rappresentiamo,
tutti insieme, la reale alternativa per la classe operaia e per i popoli. La
fiamma della rivoluzione proletaria e la speranza dei popoli sono nelle mani
dei comunisti.
«I comunisti lottano per raggiungere gli scopi e gli
interessi immediati della classe operaia, ma nel movimento presente
rappresentano in pari tempo l’avvenire del movimento stesso» (Manifesto del
Partito Comunista).
Noi pensiamo che le masse popolari siano e debbano
essere sempre e in ogni campo le protagoniste della storia. Solo quando i
partiti comunisti si sono burocratizzati, sono degenerati ideologicamente e
hanno perduto il loro carattere di avanguardia rivoluzionaria al servizio della
classe operaia e dei popoli, le masse hanno voltato loro le spalle. I proletari
e i comunisti, i lavoratori e i popoli non debbono mai rompere i legami che li
uniscono. Noi comunisti lottiamo insieme alla classe operaia e ai popoli per i
loro interessi; con loro dobbiamo e possiamo conquistare il potere; con loro
dobbiamo costruire le varie forme di democrazia popolare, la dittatura del
proletariato, lo Stato socialista, costruire il socialismo e procedere oltre.
L’imperialismo è stato, e sempre sarà, fonte di
guerre di aggressione e di rapina. Negli ultimi tempi, l’Irak, la Somalia,
Panama, lo Yemen, il Ruanda, l’ex Jugoslavia, l’ex Unione Sovietica, Haiti,
ecc., sono stati teatri di guerre di aggressione, di guerre razziste,
reazionarie. Noi denunciamo il vero carattere di queste guerre. È necessario
organizzare e sostenere la mobilitazione popolare contro questa politica
imperialista di guerra. I lavoratori, i popoli, i comunisti saranno alla testa di
questa lotta.
La rivoluzione esige l’unità e l’azione della classe
operaia e dei popoli. Noi comunisti dobbiamo esserne gli artefici. L’unità è
una concezione e una pratica che deve svilupparsi. Le alleanze sono necessarie.
Per crearle dobbiamo, anzitutto, contare sulle nostre forze, unirci con altre
forze, praticare la politica delle alleanze con obbiettivi rivoluzionari.
Potremo concludere dei compromessi che non comportino concessioni di principio.
Questi compromessi non debbono mai farci dimenticare che la lotta di classe
continua.
Lottiamo per la rivoluzione. Rivendichiamo la
violenza rivoluzionaria dei popoli come la via per la conquista del potere. Per
questo è necessario che noi impariamo ad avvalerci di tutte le forme di lotta.
Riaffermiamo la nostra decisione di mantenere alta
la bandiera del marxismo-leninismo, di lottare per la sua applicazione, di
trasformare i nostri partiti e organizzazioni in un’alternativa politica,
sociale e organizzativa su scala nazionale e internazionale. I nostri partiti e
organizzazioni riaffermano la loro decisione di lottare insieme alla classe
operaia e ai popoli, insieme ai democratici, ai patrioti e ai progressisti, per
contrapporre al dominio capitalistico la lotta per la rivoluzione sociale del
proletariato.
Manteniamo vivo lo spirito della Comune di Parigi,
della Rivoluzione d’Ottobre, di tutti i processi e le esperienze
rivoluzionarie, basandoci sui princîpi elaborati da Marx, Engels, Lenin e
Stalin:
«I comunisti sdegnano di nascondere le loro opinioni
e le loro intenzioni. Essi dichiarano apertamente che i loro scopi non possono
essere raggiunti che con l’abbattimento violento di ogni ordinamento sociale
esistente. Tremino pure le classi dominanti davanti a una rivoluzione
comunista. I proletari non hanno nulla da perdere in essa fuorché le loro
catene. E hanno un mondo da guadagnare».
Proletari e popoli del mondo: la lotta continua.
Dinanzi alla nuova ondata di lotte rivoluzionarie che si avvicina, i comunisti,
i lavoratori e i popoli debbono esserne i protagonisti. Trasformiamo in fatti
la consegna storica di Marx ed Engels:
Proletari di tutti i paesi, unitevi!
Quito (Ecuador), agosto 1994.